in cenere per due volte, nell”88 e nel ’93
Si annoiano in città, non hanno affetto
e solo a notte godono il bisbiglio
di uccelli che li scelgono giaciglio
in gabbie di cemento senz’aspetto.
Non se la passa meglio il mio boschetto
(un giorno è giunto il fuoco con cipiglio
su abeti, pini, un mozzicone il tiglio),
a cenere e a carbone fa da letto.
Sul nido degli uccelli cade il lutto,
tu, tartaruga, a casa non arrivi,
urla agli insetti il crepitio del fuoco
in quale direzione uscire vivi
o sotto quale sasso far trasloco
e quanto agli alberi ‘sto mondo è brutto.
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