il boschetto

in cenere per due volte, nell”88 e nel ’93

Si annoiano in città, non hanno affetto
e solo a notte godono il bisbiglio
di uccelli che li scelgono giaciglio
in gabbie di cemento senz’aspetto.

Non se la passa meglio il mio boschetto
(un giorno è giunto il fuoco con cipiglio
su abeti, pini, un mozzicone il tiglio),
a cenere e a carbone fa da letto.

Sul nido degli uccelli cade il lutto,
tu, tartaruga, a casa non arrivi,
urla agli insetti il crepitio del fuoco

in quale direzione uscire vivi
o sotto quale sasso far trasloco
e quanto agli alberi ‘sto mondo è brutto.

Pasquale Cacchio 9 agosto 2012

Jean-Henri Fabre

Voi sventrate gli Animali e io li studio vivi.
Voi ne fate oggetto di orrore ed io li faccio amare.
Voi lavorate in un laboratorio di torture
ed io osservo sotto il cielo azzurro
al canto dei grilli e delle cicale.
Voi sottomettete ai reattivi il protoplasma e le cellule
ed io studio l’istinto in tutte le sue manifestazioni.
Voi scrutate la morte ed io analizzo la vita.
Se io scrivo per gli scienziati e per i filosofi,
che un giorno tenteranno di dipanare l’arduo problema dell’istinto,
scrivo anche per i giovani
ai quali desidero di far amare questa storia naturale
che Voi riuscite solo a far odiare.
Ricordi di un entomologo, Einaudi, Torino 1972, p. 230
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